mercoledì 29 dicembre 2010

Comunicazione

Non mi sono dimenticata del blog, ma purtroppo è dal 27 che la mia temperatura oscilla tra 39.5 e 38.5. Appena risuscito tornerò! 
Saluti a tutti!

venerdì 24 dicembre 2010

Leccornie, auguri e sughi rosa


Cari lettori, ebbene oggi vi confesso che ultimamente soffro di insonnia e finalmente mi rivelo! Non è un periodo felicissimo e Io, Ansia e le sue amiche Tristezza e Pessimismo passiamo lunghe notti a confrontarci. Ho deciso così di lasciare il mio primo post notturno. Questi giorni non ho avuto tempo per il mio amato blog e così mi sono decisa a scoprirmi e a lasciarvi un post anche se sono le 2 di notte.
In questi giorni di festa (che di solito mi piacciono moltissimo) non riesco ad entrare nello spirito natalizio necessario nonostante cene e feste natalizie con amici e mitiche colleghe, così ho deciso di regalarmi un po' di leccornie che per me fanno Natale! Si tratta dei mitici torroncini/croccanti-non-smetterai-mai-di-mangiarli, dei cunesi-si-quelli-industriali-ma-sono-buonissmi e la new entry di quest'anno chinotto-e-gazzosa-sono-demodè-ma-lo-sono-anche-io. Mio padre che ama il chinotto come lo amo io e che compra la gazzosa per mischiarla con la birra (lo faccio anche io!) mi ha portato questo inatteso regalo! Non amo le bibite gassate, non le bevo mai, ma di fronte al chinotto non posso che smentirmi! Questa Lurisia fa un chinotto davvero serio! E la gazzosa non è da meno!
Chissà che con questo post non abbia risolto il problema di un regalo all'ultimo momento al cognato che beve sempre il chinotto o alla suocera che adora i croccanti o ancora alla cugina che ama i cunesi e ce lo eravamo dimenticati :)




Auguro a tutti di fare dei cari sogni mentre io mi godo un po' di rumore di pioggia (sarebbe meglio dire diluvio!) e Buon Natale!


Non potendo lasciarvi senza ricette vi lascio la "ricetta" di un sugo che potrebbe sembrare un po' triste ma non lo è: il sugo rosa che tanto amavo da bambina e mi da ancora tanto conforto! Si tratta di una pasta burro e parmigiano con un po' di sughetto. Io uso il sugo bollito che preparo ogni estate (per le scorte invernali!) e si tratta di semplice pomodoro cotto in pentola con cipolla e basilico (dosi variabili) senza alcun tipo di grasso. Lo passo al passaverdure, riempio i barattoli e sterilizzo. 
Questa estate vi parlerò delle mie conserve.


Pasta al sugo rosa
dosi per 4 persone:
pasta 400 gr.
sugo bollito 150 gr.
burro 150 gr. (dose variabile secondo gusti) 


Lessare la pasta, scolarla e condire con il sugo caldo, il burro e il parmigiano. 







domenica 19 dicembre 2010

Biscotti di Natale (Pepparkakor)

Non potevo non farli anche quest'anno, tutti li aspettano e tutti me li chiedono i Pepparkakor. Sono biscotti svedesi molto speziati e che fanno molto Natale. Tutti li avrete mangiati perché tutti siamo andati almeno una volta nel negozio Ikea di gastronomia e ci siamo comprati i biscotti di marca Annas, i pepparkakor appunto.
Come vi avevo anticipato l'altro ieri, dopo aver lasciato riposare la pasta per una notte intera, ieri mi sono messa all'opera con mattarello e tagliabiscotti. Lo ho dovuti fare di sera visto che alla fine ho lavorato tutto il giorno e stamattina è stata una meraviglia svegliarsi con il profumo di questi speziatissimi biscottini rimasta dentro casa!
Da quattro anni questi biscotti sono diventati una tradizione: amici e parenti si presentano agli appuntamenti da novembre in poi con la loro scatola di latta che gli fu regalata dalla sottoscritta con la speranza che, restituendola, io capisca che debba essere riempita! E così faccio! Da quattro lunghi anni rimpinzo le scatole di latta che regalai con tanti biscotti.
Consiglio anche a voi di non buttare le scatole di latta che avete per casa, quelle del caffè o dei cioccolatini o dei biscotti ecc... saranno perfetti contenitori in cui conservare i vostri biscotti e ottimi regali! 
La scatola che vedete nella foto è una delle mie preferite (infatti ancora non ho avuto il coraggio di inserirla tra le scatoline da dar via ;), la scatola dei wafer Manner viennesi, I wafer per eccellenza! Tutta rosa (colore della marca Manner) e finta vintage (era una riedizione che ho trovato un'estate di due anni fa a Vienna).
Comunque, la ricetta è facilissima, ci vuole solo un po' di attenzione nella cottura in forno (altrimenti rischiate di buttare una teglia intera, come ho fatto io ;). Le dosi sono per un esercito di biscotti perciò se non volete stare 3 ore a lavorare dimezzatele!


Pepparkakor:
farina 550 gr
zucchero 250 gr
burro 180 gr
melassa (ma alcuni, non trovandola, usano un miele scuro) 100 gr
bicarbonato 1 cucchiaino
sale una presa
cannella in polvere1 cucchiaino
cardamomo in polvere 1 cucchiaino
chiodi di garofano in polvere 1/2 cucchiaino
zenzero in polvere 1 cucchiaino

Far sciogliere in un pentolino il burro con la melassa e lo zucchero. Lasciare intiepidire. Aggiungere il composto liquido alla farina setacciata con il bicarbonato, le spezie e il sale. Lavorare l'impasto fino ad ottenere una pasta omogenea (in caso fosse troppo appiccicosa aggiungere poca farina). Fare una palla, coprirla con la pellicola e lasciar riposare in frigo una notte. Stendere la pasta a 2 mm di spessore e tagliare le formine. Infornare in forno già caldo a 180° per 7-8 minuti. Appena sfornati sembreranno ancora molli, ma se li lasciate freddare si induriranno. Attenzione al forno: essendo molto sottili basta un minuto di troppo per bruciarli! Appena si dorano (e dico dorano!) ai bordi, fuori a freddare!


venerdì 17 dicembre 2010

Neve a Roma (e scorze d'arancio al cioccolato)


Un piccolo post solo per darvi qualche immagine della neve a Roma. Chissà perché la neve provoca una tale e improvvisa gioia! Ero a casa non proprio felice, da sola, con il mio gatto infreddolito. Alla vista della neve mi si è illuminato il viso e ho cominciato a sorridere. Le foto sono tremebonde come tremebonda era la mia mano mentre ero in balcone. Troppo freddo!! Ma la felicità era stabile! Ed è durata per tutto il pomeriggio tanto che sono riuscita a studiare qualcosa per le nuove mostre (il bello di lavorare in un museo: studi SEMPRE) e a prepararmi una merendina davvero speciale: scorzette d'arancia candite con cioccolato. Avevo del buon cioccolato fondente e la scorza di mezzo arancio candito in frigo, è bastato sciogliere a bagnomaria il cioccolato, tagliare a listarelle la scorza candita e intingere le stesse nel cioccolato fuso. Bisogna solo avere la pazienza di aspettare che il cioccolato si indurisca. mmmh... che bontà! Di queste non ho le foto (la luce non c'era e con la luce artificiale sono venute foto tanto brutte che non ho il coraggio di pubblicarle!).
Ho anche preparato l'impasto per i miei, poco originali ma immancabili, biscotti natalizi! Deve riposare in frigo tutta la notte, perciò domani li preparerò e vi darò la ricetta!
Godetevi la neve invece....




martedì 14 dicembre 2010

Meringhe e melograno

Dalla ricetta dei cantucci mi erano avanzate tre chiare d'uovo e non volendo buttarle (non mi stancherò mai di dire che il primo comandamento in cucina è non si butta niente) ho deciso di preparare delle meringhe. Le ho fatte molte volte, ma devo dire che i tempi di cottura sono sempre diversi, credo dipenda molto dal livello di umidità che c'è dentro casa.
Ho preparato delle belle e classiche meringhe francesi (che sono quelle più note e più usate! La meringa italiana si usa meno e si prepara con uno sciroppo di zucchero), alcune bianche e alcune le ho aromatizzate con del succo di melograno.
Il risultato è stato perfetto!
La facilità è imbarazzante, tutto sta nella cottura!
Bisogna però avere qualche accortezza (tra libri e programmi queste sono le regole che sono riuscita a raccogliere!): 
- le fruste con cui monterete le chiare devono essere pulitissime e io, per essere certa che non vi siano residui di grasso le strofino con del succo di limone 
- anche la ciotola in cui monterete le chiare deve essere perfettamente sgrassata. Meglio se è di acciaio.
- gli albumi non devono avere nessuna traccia di tuorlo
- lo zucchero a velo fa venire una grana finissima alla meringhe e lo consiglio
- qualche goccia di limone nel composto rende le meringhe bianchissime e lucide e smorza l'eventuale sapore forte di uovo
- le uova è bene che siano freschissime
- di solito non peso le chiare come tutti i cuochi consigliano, so che le uova che uso hanno gli albumi che pesano circa 60 gr. ma se siete più precisi di me sappiate che il peso degli albumi e dello zucchero deve essere lo stesso. Potete anche scegliere di mettere metà peso di zucchero rispetto al peso degli albumi ma in questo caso l'interno della meringa rimarrà un po' più umido. Dipende dai gusti. A me piacciono SECCHISSIME.
Piccolo suggerimento: le meringhe sbriciolate sul gelato o sulla panna montata sono tanto golose da essere pericolose :)


Meringhe
albume d'uovo (uova medie) 3 
zucchero (semolato o a velo) 180 gr.
succo di limone 1 cucchiaino
succo di melograno secondo gusto


Accendete il forno a 80°-90°. Montate a neve fermissima gli albumi aumentando gradualmente la velocità delle fruste. Aggiungete il succo di limone. Quando avremo ottenuto una neve ferma potremmo aggiungere lo zucchero e continuare a sbattere. Ci vuole pazienza, almeno 10 minuti di sbattitura per ottenere una neve perfettamente ferma (alzando le fruste il composto deve restare ben attaccato alle stesse e, rovesciandole, il composto non deve perdere la sua forma. Inseriamo il composto in una sacca da pasticcere e formiamo delle piccole meringhe sulla teglia foderata con carta da forno (se non avete la sacca potete tranquillamente poggiare il composto con un semplice cucchiaio, ma verrano un po' meno carine).
Inforniamo e attendiamo almeno 3 ore. Le meringhe devono seccare, non cuocere, non si dovranno dorare. Dato che i forni sono tutti diversi controllate dopo 2 ore, se le meringhe sono secche si staccheranno dalla carta da forno senza sforzo. Altrimenti lasciarle in forno tutto il tempo necessario! Questa volta mi ci sono volute 4 ore piene. 
Se avete il forno ventilato potete anche infornare più teglie simultaneamente.


Per la variante con il succo di melograno: tagliate a metà un melograno e con uno spremiagrumi ricavatene il succo (qui usa il vecchio spremiagrumi a mano visto che quello elettrico gira e il melograno ha la parte bianca durissima! Per spremerlo basta spingere con forza premendo nei punti in cui vediamo i succosi semi). 
Aggiungere il succo di melograno quando gli albumi saranno già un po' montati. Non aggiungere troppo succo altrimenti montare le chiare sarà impossibile! Io ho aggiunto 40ml di succo su 100 gr. di albume ed è stata dura! Non andate oltre questa proporzione. Continuare pazientemente a montare fino ad ottenere la neve fermissima e proseguire come sopra descritto.












venerdì 10 dicembre 2010

Cantucci un po' romani




Arriva il Natale e devo cominciare a preparare biscotti che per me sono sinonimo di Natale. I cantucci a casa mia sono un must durante le feste, non si può finire pasto senza inzuppare degli ottimi cantucci in un liquore (spesso quello che faccio al finocchietto selvativo che si sposa divinamente). Mia mamma dice che sua nonna era solita intingerli nel Lacryma Christi, un vino napoletano... in effetti Roma si trova al centro Italia ma tende ad acquisire più tradizioni dal sud che non dal nord. Oggi però vi presento i cantucci con l'abbinamento classico: Vin Santo. Nessun italiano non associa questo liquore ai cantucci! 
I Cantucci sono biscotti tipici della tradizione toscana anche se con il termine Cantucci un tempo venivano indicati diversi generi di biscotti secchi. Diffusi ormai in tutta Italia (e anche in America dove tutti li chiamano Biscotti) qui a Roma si mangiano moltissimo.
Visto che la mia romanità in qualche modo esce sempre, nei miei cantucci ho aggiunto un cucchiaio di semi di anice che nella tradizione romana è un aroma molto presente (pensiamo ai liquori Mistrà o Sambuca - la cui base è costituita da diversi tipi di anice... di sambuco ce n'è poco!) e che con le mandorle si sposano perfettamente!
La mia dose di zucchero nella ricetta è, come sempre, piuttosto bassa visto che a casa mia i dolci non sono mai dolcissimi, ma potete tranquillamente aumentarla secondo i gusti.
La ricetta "tradizionale" non si saprà mai, ne esistono mille varianti: con burro, con olio, senza grassi, con pinoli, con mandorle, senza livito e con dosi di uova, farina e zucchero sempre diverse. Quella che oggi vi do è la ricetta di mia mamma Graziella, una ricetta da lei appuntata su un foglietto moltissimi anni fa e che ho ritrovato inserita in un libretto di cucina circa quattro anni fa. Non so a chi dare la paternità di questa ricetta visto che mia mamma non si ricorda come abbia fatto ad averla, comunque fino ad oggi, non ci ha mai fatto sfigurare!
La ricetta originale sembra essere partita da qui e se vi trovate nei paraggi forse vale la pena farci un salto! Leggendo un po' in giro mi sono resa conto che sui Cantucci (e sui Biscotti di Prato) c'è molta confusione... quasi quasi mi compro il libro sulla storia di questi misteriosi biscotti!
I cantucci sono facilissimi da realizzare e fatti in casa sono decisamente migliori! In commercio si trovano cantucci durissimi che sembrano sassi. Ecco, i cantucci sono duri, ma sono anche molto friabili.. una volta addentati non dovrebbero risultare faticosi alla masticazione. A casa il risultato è perfetto! Inoltre l'assenza di grassi rende questi biscotti di facile conservazione... in una scatola di latta si mantengono all'infinito.


Cantucci
dosi per circa 40 biscotti:
farina 400 gr.
zucchero 200 gr.
uova 2 + 3 tuorli
mandorle intere (con la pellicina) 200 gr.
semi di anice un cucchiaio abbondante (facoltativi)
lievito due cucchiaini
sale una presa


Accendere il forno a 180°. Sbattere le uova intere e i tuorli con lo zucchero fino ad ottenere un impasto chiaro e molto spumoso (circa 5 minuti con le fruste elettriche). Aggiungere la farina settacciata con il lievito e il sale, poco alla volta, alle uova. Pestare i semi di anice e aggiungerli all'impasto. Aggiungere infine le mandorle intere (se avete quelle giganti tagliarle un poco con il coltello). Impastare bene.
Coprite con la carta da forno la placca e formate 4 filoncini un po' piatti (circa 2 cm di altezza e 5 di larghezza) che disporrete a giusta distanza dato che cuocendo si allargheranno un po'. La pasta è molto appiccicosa (ve ne resterà molta sulle mani) e potreste pensare che qualcosa sia andato storto, ma non è così! 
Infornate per 25 min a 180°. Sfornate, godete del profumo che si sprigiona e tagliate i filoncini con un coltello affilato formando biscotti spessi circa 1 cm. Sopra la crosta sarà già dura mentre l'interno sarà ancora morbido. Riponete i biscotti sulla teglia e lasciate biscottare in forno ancora 10 minuti circa. 
Fate freddare e gustateli da soli o inzuppati in liquori o anche solo del buon vino!





Merita una nota questo bellissimo bicchiere che appartiene alla famiglia di mio padre da tre generazioni. Purtroppo di un servizio intero questo è ciò che resta! Con estremo riguardo lo conservo e lo tiro fuori per voi che siete i miei ospiti di riguardo!

lunedì 6 dicembre 2010

Dolcetti arabi (Ghorayebah)

Mia sorella torna a casa e io ho preparato tanti dolcetti da mangiare con il tè. Sfogliando il libro del Cavoletto (Regali Golosi) volevo fare i dolcetti marocchini di Sigrid e di colpo mi sono ricordata che anni fa una mia amica egiziana mi fece mangiare dei dolcetti identici ma con una ricetta diversa. Sfoglia che ti risfoglia trovo finalmente la ricetta sul mio taccuino (che ho da tempo immemore ed è una sorpresa continua visto che dimentico molte delle ricette che annoto!). 
Si chiamano Ghorayebah e ne esistono molte varianti a seconda dei paesi. Sono burrosissimi e quindi buonissimi! Da mangiare accompagnati da del buon tè risvegliano la voglia di confidenze e compagnia. Sono profumati di nocciola e io di nocciole ne ho sempre in abbondanza visto che nella casa in campagna siamo pieni di alberi di nocciolo. Un po' noioso doverle sbucciare e spellare ma voi potete comprare le nocciole già spellate. In caso dovete schiacciare le nocciole con uno schiaccianoci, mettere in forno a tostare per qualche minuto e riporre in un canovaccio e sfregarle con le mani. E voilà, saranno spellate! 
Ho deciso di fare dosi leggermente diverse da quelle che avevo scritto... e ho fatto bene!


Ghorayebah
per circa 40 biscottini
burro 250gr.
farina 300gr.
zucchero 100gr.
nocciole spellate 80/100gr. (proverei anche con mandorle o pistacchi o noci)
pistacchi sbucciati e pinoli una manciata (o anche mandorle)


Accendere il forno a 160°. Sbattere il burro a temperatura ambiente fino ad ottenere una crema spumosa (con le fruste elettriche a velocità 1 ci ho messo 5 minuti). Aggiungere lo zucchero e continuare a sbattere. Questo lavoro è importante, non abbiate fretta. Tritare le nocciole finemente (io non ho frullatore e le ho messe in una busta da freezer e le ho attaccate con un mattarello fino a ridurle in polvere! ovviamente è rimasto qualche pezzetto qua e là). Aggiungere poco alla volta la farina e le nocciole tritare e lavorare con le mani. Il composto sarà molto morbido, insolito per dei biscotti ma le dosi sono giuste, abbiate fede! Formate con le mani delle palline grandi come una noce e schiacciate leggermente il fondo (devono risultare delle cupolette). Disporre i biscotti in una teglia un po' distanziati tra loro (circa 2 cm). Al cento di ogni biscotto poggiare un pistacchio o un paio di pinoli e premere leggermente. Infornare a 160° per circa 20/25 minuti. I biscotti devono rimanere chiari.





sabato 4 dicembre 2010

Zulino e panini di polenta



Con la scusa di darvi una ricetta lampo, annuncio la nascita del mio nipotino! Questa mattina alle 5 è nato Zulino!! Lungo e secco, proprio come mia sorella. 


Ieri, mentre preparavo una polenta coi fiocchi (con tanto di sugo di salsicce) mi arriva la telefonata "mi si sono rotte le acque, mi vieni a prendere?" Mia sorella, mentre si dirigeva a casa mia per godersi la polenta, si perde le acque per strada. Accorro e la polenta viene dimenticata fino a stanotte (o mattina?) quando, tornata a casa, la ripongo in frigo e via.

Oggi, dopo essermi coccolata il mio Zulino, sono riuscita a godermi la polenta che, nel frattempo, si è addensata in un blocco unico. Tagliata a fettine, passata sulla piastra e condita con sugo, salsiccia e stracchino, è stata un successo e ce la siamo goduta in molti! Premetto che le salsicce devono essere buone, odio quelle troppo grasse e piene di pezzetti di cartilagine. Ne mangio solo due tipi: quelle di prosciutto che fa il macellaio/gioielliere sotto casa mia (sono magre, saporite ma non troppo e morbidissime) e quelle fatte dal macellaio di fiducia in campagna che non mi dice come le fa perché è geloso della sua ricetta (comunque sono un misto di carne di maiale e vitello, poco grasse e pieni di aromi che non identifico tutti).


Polenta 
Dosi per 6 persone
Per la polenta
polenta 500gr
sale


Per il sugo
pelati 2 barattoli (io uso i miei! d'estate preparo sughi e pomodori pelati!)
piccole salsicce di prosciutto
cipolle 2
vino bianco mezzo bicchiere


Preparare il sugo facendo appassire due cipolle medie con pochissimo olio in una capiente casseruola. Far sfumare mezzo bicchiere di vino bianco. Aggiungere le salsicce e lasciarle rosolare e insaporire. Buttare i pomodori nella pentola e lasciar cuocere a fiamma bassa fino a quando non saranno cotte le salsicce. Cuocere la polenta come riportato sulla confezione. Servire calda con il sugo e una salsiccia. Cosa che io non ho fatto!


Panini di polenta
Se avanza della polenta mettetela in una forma rettangolare (magari quella da plum cake) e riponetela in frigo. Il giorno dopo (ma anche due o tre! si mantiene!) sformatela, tagliatela a fettine spesse circa 1 cm e passatela sulla piastra. Riponete una fetta sul piatto, spalmate abbondante stracchino (o gorgonzola) e ricoprite con un'altra fetta di polenta a mo' di panino. Se fosse avanzato un po' di sugo o una salsiccia (come a me!) scaldatelo e condite il "panino". 
Se volete esagerare friggete le fette di polenta in padella con poco olio invece di passarle alla piastra. Bontà!