lunedì 29 novembre 2010

Le Puntarelle


Questa mattina dedico una ricetta alla mia povera nonna Silvana (al momento è qui davanti a me) che, all'invidiabile età di 86 anni, è caduta di faccia con il risultato di un naso fratturato, dieci punti sul labbro e il viso gonfio, viola e dolorante. Ma mia nonna è una roccia e non si lamenta, non prende antidolorifici e non ha avuto ripercussioni gravi. Io di certo sarei semi morta, in un lamento continuo, rendendo la vita impossibile a tutti. Nonostante nonna non possa mangiare nulla senza l'ausilio di una cannuccia (è da ieri che preparo di tutto in versione frullata!) ha espresso il desiderio delle puntarelle e, piano piano, è riuscita a mangiarne due. Ed è soddisfatta! 
Per chi non fosse romano, le puntarelle sono i germogli interni di quello che qui a Roma si chiama Cicorione e che nel resto d'Italia dovrebbe essere chiamata Cicoria Asparago o Catalogna. Le puntarelle sono una vera delizia di questa stagione, potrei mangiarne in continuazione! Anche perché nel condimento ci sono le mie amate alici!! Con la consueta possibilità di sostituirle con la pasta d'acciughe (devo ripeterlo? Balena). L'altro ingrediente base è l'aglio, altra passione della mia vita. Questo è un piatto che nella mia famiglia fa furore e che si tramanda di generazione in generazione visto che già la mia trisnonna Colomba (ma anche la bisnonna Anna) ne era una vera golosa! Ho anche una cugina americana (che vive a Roma da molti anni ed è come una sorella) che è ghiottissima di puntarelle ed io mi sento molto orgogliosa dato che le assaggiò la prima volta a casa nostra! 
Stamattina (ma diciamo pure sempre) le ho comprate già pulite perché ci vuole un po' di tempo e di pazienza per pulirsele da soli, ma ovviamente si può fare e potete vedere come qui. Ricordiamoci che nonna Silvana ci dice che "non si butta niente" perciò gli scarti verranno lessati e conditi con olio e limone o, se preferite, ripassati in padella con aglio, olio e peperoncino.

Ecco come condirle:

Puntarelle
Dosi per 2 persone:
puntarelle 300 gr.
olio evo (di quello buono!) qb
aceto appena un goccio (ma mia nonna dice "abbondante", questione di gusti!)
alici sott'olio 4 (o pasta d'acciughe Balena. Mentre spremete il tubetto calcolate 10 cm circa di pasta)
aglio 1 spicchio

Mondate e pulite le puntarelle. Versate in una ciotolina l'olio, l'aceto e l'aglio spremuto (se volete solo il profumo tagliatelo in 4 e lasciatelo marinare nel condimento). Aggiungere le alici poco alla volta (decidete voi se volete più o meno saporito il condimento). Sbattere il tutto con una forchetta. Lasciare riposare qualche minuto e condire le puntarelle. Mangiare con voluttà! 












sabato 27 novembre 2010

Triangoli di carote

Avevo un po' di carote non proprio freschissime in frigo e dovevo cucinarle subito altrimenti si buttavano (e come sapete il primo comandamento in cucina è "non si butta niente"). 
Una delle cose che ho sempre in frigo è della pasta sfoglia già pronta o della pasta fillo in freezer, si rivelano sempre utili per riciclare avanzi di verdure e non! Certo la pasta sfoglia richiede una certa dose di lavoro! Sapete io che faccio? Chiedo al mio panificio di fiducia di vendermi la sfoglia già pronta (meglio che comprare quella confezionata nel banco frigo del supermercato!). Spesso compro la pasta sfoglia, o la pasta della pizza, o anche il pan di spagna. Quando non ho tempo e devo preparare qualcosa (magari per una cena a casa o per una festa), avere le basi pronte mi rende tutto più facile! Certo, la soddisfazione di preparare tutto da sé non ha paragoni, ma quando il lavoro non ci permette di giocare al "bravo chef", esserlo a metà va già bene!
La ricetta che vi propongo oggi è semplicissima e davvero gustosa: triangoli di carote, cipolle, pinoli e yogurt. Questi gli ingredienti da me usati perché, non avendo fatto in tempo a fare la spesa, in frigo non avevo davvero altro! L'arte di arrangiarsi....
Non vi dico per quante persone è perché dipende se lo usate da aperitivo, da antipasto o da pasto vero e proprio! Io ho preparato sei triangoli di 10cm per lato. Per due persone... sono state la cena!

Triangoli di carote:
pasta sfoglia 200 gr. circa (o una confezione rettangolare)
carote 5 o 6
cipolla 1
pinoli 50 gr.
yogurt bianco 100 gr.
olio qb
prezzemolo qb

Accendere il forno a 200°.
Pelare le carote, tagliarle a rondelle sottili (o a cubetti piccoli). In una padella far appassire la cipolla con poco olio a fuoco basso. Aggiungere i pinoli e le carote e cuocere il tutto per circa 5 minuti.
Aggiungere lo yogurt e lasciare rapprendere. Mentre lo yogurt si rapprenderà e farà dei grumetti, sentirete un delizioso profumo pungente, quasi acidulo. Aggiustate di sale (io non ne ho usato. Mangio piuttosto sciapo.)
Spegnere il fuoco e lasciar intiepidire.
Stendete la pasta sfoglia o aprite la confezione (o, come me, srotolate la perfetta pasta sfoglia del panificio!). Ricavatene dei quadrati (decidete voi la grandezza) e, con un cucchiaio, mettete un po' di carote al centro di ognuno di essi. Piegate la pasta sopra il ripieno in modo da formare dei triangoli (preferite rettangoli? fate pure!). Con i rebbi di una forchetta schiacciare i lati (in modo che il ripieno non fuoriesca), spennellare con il tuorlo di un uovo o con del latte la superficie dei triangoli ed infornare finché saranno dorati (20 minuti circa).






mercoledì 24 novembre 2010

I muffin di Nigella con varianti


Buon pomeriggio a tutti! Ieri sera ero molto poco serena e indovinate un po' cosa ho fatto? Impastato e infornato ovviamente! Indecisa sul da farsi ho scelto una ricetta dalla sicura riuscita e di una facilità imbarazzante! I mitici Muffin di Nigella (e non chiedetemi "Nigella chi?"). Una delle poche ricette leggere che Nigella abbia mai tramandato... diciamo che non è certo conosciuta per la salubrità e la leggerezza dei suoi piatti! Molti anni fa la vidi friggere dei Bounty e dei Mars (si, si, proprio loro!! Gli snack al cioccolato!) precedentemente immersi nella pastella!! 
Ciò che di lei mi piace, però, è il rapporto che ha con il cibo: un rapporto di amore fatto di godimenti tattili, olfattivi, visivi e anche uditivi. Vederla preparare o mangiare qualcosa è così gratificante! Le sue ricette non sono molto affini alla mia cucina ma ho preso molti spunti e idee e alcune volte sono riuscita a riadattare alcune ricette ai miei gusti e alle mie necessità (soprattutto caloriche! i piatti troppo pesanti difficilmente sono di mio gusto).

Questi muffin sono perfetti senza alcuna aggiunta, ma si prestano a numerose varianti. La ricetta base è perfetta, aggiungete ciò che più vi piace! Qualche esempio? mirtilli, uvetta, gocce di cioccolato, cacao, frutta secca, aromi come vaniglia, limone, zenzero o cannella! Insomma, date sfogo alla fantasia e al vostro umore! Io oggi ve li propongo in due varianti.

La prima variante è dolce, al pistacchio. Amo il pistacchio. Avevo in dispensa una meravigliosa crema di pistacchi di Bronte che non è proprio a buon mercato visto che il vasetto da 180 gr. mi è costato 6 euro (credetemi, 6 euro spesi benissimo!) ma si può ottenere una crema di pistacchi semplicemente tostando e spellando dei pistacchi non salati e frullandoli a lungo fino ad ottenere una pasta vellutata. Comunque, anche in questo caso, se compriamo i buonissimi pistacchi di Bronte il costo non sarà tanto inferiore! Ma ogni tanto non ci si deve concedere un piccolo lusso? Io dico di si!

La seconda variante è salata, con formaggi e semi di papavero. Una ricetta pulisci-frigo-dagli-avanzi-di-formaggi. E nel mio frigo di avanzi ce ne sono tanti visto che sono una gran golosa e curiosa di formaggi! Consiglio di provare questi muffin tagliati a metà (a mo' di panino) con del prosciutto!


Un'ultima informazione: i muffin si possono surgelare, motivo per cui consiglio di farne molti e di conservarne un po' in freezer. Si scongelano in meno di un paio d'ore e tornano perfettamente fragranti!


Cominciamo con la ricetta base, facilissima.

Muffin di Nigella:
Dosi per circa 12 muffin grandi (o 18 piccoli):
farina 225 gr.
bicarbonato 1/2 cucchiaino
sale 1/2 cucchiaino
uovo 1
yogurt bianco 125 gr.
latte 100 gr.
olio vegetale 70 ml.
zucchero di canna 175 gr.

Mescolare gli ingredienti umidi (uovo, latte, yogurt e olio) e sbatterli con una forchetta. Aggiungere lo zucchero. Mescolare in una ciotola a parte la farina, il sale e il bicarbonato. Unire gli ingredienti umidi alla farina e mescolare energicamente con la forchetta fino a che non si siano perfettamente amalgamati. Non preoccupatevi dei grumi, durante la cottura si scioglieranno senza problemi! Se lavoriamo troppo l'impasto rischiamo di far venire i muffin duri!
Questa la ricetta base per muffin leggeri e buonissimi!


Muffin al pistacchio:
aggiungere alla ricetta precedente circa 100 gr. di crema di pistacchi di Bronte e circa 60 gr. di pistacchi di Bronte non salati tritati grossolanamente con il coltello. 
ATTENZIONE: se la crema di pistacchi è zuccherata dimezzate la dose di zucchero di canna. Potete anche raddoppiare la dose di pistacchi tritati ed eliminare la crema, ma credetemi, è buonissima (e che belle venature verdi dona ai muffin!)

Muffin salati ai formaggi:
eliminare la dose di zucchero di canna dalla ricetta precedente e aggiungere un cucchiaino di sale, 60 gr. di parmigiano grattugiato, 60 gr di formaggio a pasta dura grattugiato (ma anche solo parmigiano o solo pecorino va bene) e un cucchiaio di semi di papavero (facoltativo). Io ho usato delle scagliette di mandorla e dei semi di papavero per decorare.

Una volta preparato l'impasto, riponete dei pirottini di carta nella teglia da muffin (se avete quella in silicone non c'è bisogno) e riempiteli, aiutandovi con due cucchiai (uno per prendere l'impasto e l'altro per aiutare l'impasto a scivolare ordinatamente nelle formine) fino a poco sotto il margine. Prima di infornare abbiate cura di pulire dalla teglia eventuali colature di pasta fuori posto (in forno si brucerebbero e darebbero un odore di bruciato ai vostri muffin). Infornate a 200° per 20-25 minuti circa. Una volta sfornati lasciateli appena intiepidire nella teglia e toglieteli per lasciarli raffreddare su di una gratella.
GODETE!



lunedì 22 novembre 2010

Un po' di sole a Roma

Con la febbre e una gola da buttare passerò il mio giorno libero a casa. Non idea di come farò a parlare domani per tutto il giorno al museo... meglio non pensarci! Piuttosto mi godo la splendida luce che finalmente c'è oggi a Roma, almeno dalle mie parti (Flaminio), che cambia ogni tre minuti. Davvero suggestiva. Dopo giorni di acquazzone continuo.... Posto qualche foto della vista dal mio balcone. Troppo bella per non essere condivisa!  
Buon lunedì a tutti!










domenica 21 novembre 2010

La zucca avanzata diventa zuppa

Domenica. Pioggia a fiumi qui a Roma. Mattinata passata al museo per un laboratorio con bambini tra i 3 e i 6 anni. Febbre in arrivo. Aiuto. 
Voglia di cucinare nemmeno a parlarne, sento la febbre che sale. Apro il frigo e trovo un po' di purea di zucca avanzata (ne avevo fatta troppa per pane di zucca di due giorni fa). BENE!! Dato che uno degli insegnamenti di cucina tramandati da mia nonna dice: non si butta niente (e questa semplice massima sarà alla base di molte altre ricette!) cerco di pensare a qualcosa da fare. Una vellutata di zucca! Purtroppo però non ho le patate. Che fare? bene, farò una simil-vellutata di zucca. Zuppe, minestre, brodo e vellutate varie sono alla base della mia dieta invernale. E sono la soluzione a tutti gli avanzi del frigo!! Oggi allora vi propongo la ricetta di una zuppa buonissima!! Più buona di quanto non mi aspettassi. Non sono l'unica ad aver apprezzato, perciò ve la propongo.


Zuppa di zucca
Dosi per 4 persone:
zucca 700 gr
semolino un pugno
burro due noci(ma anche l'olio va benissimo)
brodo (vegetale o di carne) 1 dl circa
uovo 1
parmigiano una generosa grattugiata
pistacchi di Bronte un pugno (facoltativo)


Tagliate la zucca a pezzi e cuocetela al forno o al vapore (quest'ultimo metodo è più veloce) finché non risulti morbida. Frullate la polpa (o passatela anche nel passaverdure).
In una capiente padella (o in un pentolino) far sciogliere le noci di burro e versare il semolino con la purea di zucca e lasciarla cuocere per circa 10 minuti avendo cura di girarla continuamente. Sbattere l'uovo in una piatto e unirlo alla zuppa continuando a mescolare fino a che non sia perfettamente incorporato. Versare poco alla volta il brodo e regolare di sale se necessario e continuare a cuocere per 15 minuti circa. Ovviamente potete aggiungere o diminuire la dose di brodo a seconda della consistenza preferita!
Servite con una generosa grattata di parmigiano e aggiungere una spolverata di pistacchi di Bronte tritati grossolanamente al coltello.
Potete preparare dei crostini di pane e servirli nella zuppa.
NB: se non usate del brodo vero, aggiungete il dado direttamente insieme alla zucca e mentre cuocete la zuppa tenete un pentolino di acqua bollente e versate poco alla volta l'acqua fino a raggiungere la consistenza desiderata.









venerdì 19 novembre 2010

Il pane di zucca indeciso


Oggi posto una ricetta non mia bensì della mia amata cavoletta (il suo blog cavoletto di bruxelles è inserito nella mia lista di “Amati blog”), un omaggio alla mia food blogger preferita! Ho scelto questa ricetta per oggi perché non sono particolarmente felice questi giorni: mi trovo a lottare contro questioni impossibili da risolvere (ma la speranza è l’ultima a morire!) per via di indecisioni assurde (e persone assurde!). Bene, allora preparo una ricetta che della sua “indecisione” fa il suo punto forza!! Non è dolce e non è salato. È indeciso appunto. Inoltre la terapia migliore per le mie tristezze e depressioni è infornare. Qualunque cosa debba lievitare in forno mi fa stare meglio. Ed è sempre stato così.

Ritornando alla ricetta… si tratta di un pane di zucca tremendamente buono e versatile. Onestamente ho provato molte ricette di plum cake di zucca, torte di zucca (una ve la posterò in futuro) e pani vari, ma questa le supera tutte (la cara cavoletta-sigrid non sbaglia un colpo!). L’ho fatta la prima volta per la festa premaman di mia sorella (ormai ci siamo… sto per diventare zia!) ed è stato subito un successone.

La ricetta può anche essere adattata: volete un pane dolce? Aggiungete più zucchero! Non amate la vaga dolcezza di questo pane? Levate lo zucchero e aggiungete un pizzico di sale!

Io ho fatto la versione originale e ho provato la versione un po’ più dolce aggiungendo anche dei mirtilli rossi secchi (fatti rinvenire in acqua tiepida) perché mi piace una punta di acidità nei sapori dolci. Eccezionali entrambi.

Ho servito questo pane tagliato a fettine non troppo spesse e con una generosa spalmata di formaggio caprino morbido. Il contrasto tra il pane un po’ dolce e il caprino è perfetto! Oggi non avevo il caprino spalmabile, così l’ho mangiato con fettine di formaggio tipo caciotta (sempre di pecora dato che fa fa parte degli acquisti di domenica fatti  dal contadino che ci da anche la ricotta! E come dicevo lui ha le pecore). Comunque mangiatelo con ciò che più vi piace! Potete anche aggiungere dei salumi e qui consiglierei del buon prosciutto crudo o del salame milano.

Si conserva diversi giorni ma se diventasse un po’ vecchiotto niente paura, basta tostarlo un poco nel forno o nel tostapane e diventa più buono che mai!

La versione un po’ più dolce l’ho fatta aggiungendo 40 gr. di zucchero semolato e un cucchiaio di sciroppo d’acero. Come vi dicevo, ho poi aggiunto circa 50 gr. di mirtilli secchi fatti rinvenire in un po’ di acqua tiepida, strizzati e aggiunti alla fine.

La farina ai 7 cereali (ingrediente originario della ricetta di Sigrid) si trova da Castroni a via Cola di Rienzo a Roma (il luogo dove non posso entrare quando sono un po’ a corto di soldi perché altrimenti la mia carta va in rosso! Non so trattenermi e comincio a comprare di tutto!) ma io ho usato farina 00 e farina integrale (come suggeriva Sigrid se non si aveva la farina 7 cereali).
Ovviamente potete usare noci normali se non avete quelle pecan, al posto dello sciroppo d'acero aggiungere un cucchiaio di miele ed ecco un ricetta con ingredienti facilmente reperibili a tutti!

Pane di zucca con noci pecan:
Zucca fresca 400 gr.
Farina integrale 200 gr
Farina 00 150 gr.
Uova 3
Noci pecan 80 gr.
Burro 50gr.
Zucchero di canna 40gr.
Sciroppo d’acero 40gr.
Lievito per dolci non vanigliato 2 cucchiaini abbondanti
Sale mezzo cucchiaino
Noce moscata una grattata

Cuocere la zucca al forno o al vapore finchè non sia morbida. Ricavare 280 gr. di polpa e schiacciarla con una forchetta. Aggiungere le uova, lo zucchero, lo sciroppo d’acero e il burro fuso. Frullare tutto nel mixer o con il minipimer. Intanto in una ciotola capiente setacciare le farine (anche tutta 00 va bene) e il lievito. Aggiungere il composto liquido, poco alla volta, alla farina e mescolare energicamente con una forchetta. Aggiungere per ultime le noci tritate grossolanamente con un coltello. Foderare con carta da forno lo stampo per plum cake (io ne ho due medi) e cuocere in forno già caldo a 180° per 50 minuti.

Ricetta Garantita Cavoletto!


mercoledì 17 novembre 2010

Ricotta mon amour

Buongiorno miei cari lettori, oggi vi parlo del mio amore per la ricotta, e quando parlo di ricotta, essendo romana, parlo di quella di pecora. Quella di mucca, più leggera e meno grassa, dal sapore meno forte (per me sa di molto poco :)) nella mia cucina non entra mai.
I miei genitori hanno una casa in campagna, alle cascate di Monte Gelato, un posto unico nella sua bellezza e ricco di ricordi per me... Comunque, non lontano dal nostro terreno c'è un pastore che da infiniti anni ci rifornisce di tanto in tanto di ricotta freschissima delle sue pecore! Inutile dirvi che quando ho per le mani quella forma di ricotta ancora calda trattenermi dal mangiarla è davvero dura (la ricotta calda appena fatta non è propriamente un tocca sana per lo stomaco!).
Domenica scorsa i miei hanno fatto un pranzo per festeggiare, in ritardo, il compleanno di mia mamma e il pastore ci ha preparato due forme giganti della sua inimitabile ricotta! Ancora tiepida ho cominciato a mangiarla e non ho più smesso fino a ieri. Avanzata, me ne sono portata un po' a casa e lunedì mattina mi sono fatta una delle colazioni migliori che ci siano: ricotta, zucchero e cacao amaro su una fetta di pane tostato! Forse è anche per questo che il mio post inneggiava al lunedì?!!
Ieri invece, con l'ultimo residuo di ricotta, mi sono preparata la pasta di cui vi lascio la ricetta super facile e leggera! Non ci sono grassi (bhè, oltre la ricotta ovviamente!) e tutti, ma proprio tutti possiamo farla, basta saper cuocere la pasta! Chi tra voi preferisse usare la ricotta di mucca.... non sapete cosa vi perdete ma fate pure!
Le dosi sono le "mie" dosi, nel senso che a me la pasta piace molto ricca di ricotta ma decidete voi!


Pasta con la ricotta
Dosi per 4 persone:
ricotta 500 gr
pasta corta (penne rigate, fusilli, tortiglioni, rigatoni...) 400 gr
parmigiano 50 gr
noce moscata una grattugiata
pepe nero a vostro piacimento
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Mettere l'acqua sul fuoco, quando bolle aggiungere una presa di sale grosso. Buttare giù la pasta e seguire le indicazioni dei minuti (deve essere al dente). Intanto in una insalatiera versare la ricotta e aggiungere poca acqua di cottura. Con una forchetta schiacciare la ricotta e ridurla in una crema. Aggiungete pochissima acqua alla volta altrimenti potreste annacquarla! Aggiungere il pepe, la noce moscata e il parmigiano e mescolare bene. Scolate la pasta (avendo cura di tenere una tazza di acqua di cottura da parte) versatela sulla cremina di ricotta e mescolate bene. Se risultasse troppo secca aggiungere un po' d'acqua tenuta da parte. Macinare altro pepe nero sopra la pasta e portare a tavola.
La pasta deve essere mangiata calda!!



lunedì 15 novembre 2010

Evviva il lunedì e le ciambelle


Per molti di voi il titolo del mio post può sembrare assurdo ma, lavorando in un museo, il lunedì è il mio giorno libero per eccellenza! Il lunedì i musei italiani chiudono, come anche le gallerie. E noi lavoratori ci riposiamo.

Mi sono alzata presto con un bellissimo sole (che ha aspettato che facessi le foto per poi farsi coprire da tristi nuvoloni grigi) e mi sono messa a preparare le ciambelline al vino di mia nonna Silvana: eccellenti, gustose, detentrici di sapori antichi, facili e ottime inzuppate nel latte o imbibite di vino dopo i pasti (come si fa per i cantucci con il vin santo, per intenderci ;)).

venerdì 12 novembre 2010

Si comincia!

Cari ipotetici lettori del mio blog, eccomi davanti al mio caro mac a pubblicare il mio primo post. Intanto mi presento: sono una ragazza di Roma, mi chiamo Giovanna e ovviamente amo pane burro e alici. Il burro e le alici rappresentavano, già da bambina, gli ingredienti (oltre al pane) di una delle mie merende preferite. Infatti nel frigo della nostra casa non potevano mancare vasetti di alici sott'olio (rigorosamente preparate da mia madre o da mia nonna) e il meraviglioso tubetto di pasta d'acciughe Balena. E doveva essere solo ed unicamente Balena, il re dei tubetti di pasta d'acciughe. Ancora oggi nel mio frigo ne troverete sempre un tubetto (più un altro di riserva in dispensa, sia mai che resti senza!!). 

Cosa aspettarsi da questo blog? Ricette semplici (anche perché non sono un grande chef :)), insegnamenti tramandati dalla cara nonna e dalla paziente mamma, ricette rubate tra libri, web e riviste (che ovviamente segnalerò volta per volta). 

Vediamo come andrà..... Intanto vi lascio la "ricetta" (hi hi hi). 

Pane burro e alici: 
una fetta di pane (quello che preferite) 
una noce di burro 
pasta di acciughe (o alici sott'olio di buona qualità, meglio se fatte in casa) in quantità variabile. Dipende dai gusti!


Tostare il pane e, con un coltello, spalmare il burro e poi la pasta di acciughe. Da mangiare r i g o r o s a m e n t e caldo.

Let’s get started!

Dear hypothetical readers, here I am, in front of my beloved Mac, writing my first post. First of all, let me introduce myself: my name is Giovanna, I am a Roman girl, and of course I love bread, butter and anchovies. Since I was a child, butter and anchovies represented the ingredients (together with bread) of one of my favorite snacks. In fact, we always had a jar of anchovies (prepared by my mother or my grandmother) in our fridge, as well as one tube of the wonderful Balena anchovy paste. It had to be solely and exclusively Balena, the king of anchovy paste tubes. Even today, you would always find one in my fridge (plus one in the cupboard as an emergency supply - may I never be without!)

What to expect from this blog? Simple recipes (I'm not a great chef;) ), the teachings handed down from my much-loved grandmother and my patient mother, and recipes stolen from books, websites and magazines (I will specify the source each time).

We’ll see how the blog goes... For now, I give you the “recipe” (ha ha ha).

Bread, butter and anchovies:
a slice of bread (whichever you prefer)
a knob of butter
anchovy paste (or anchovies jarred in olive oil, preferably homemade). As for quantity, it depends on individual taste!

Toast the bread and smear the butter and the anchovy paste on it. To be strictly eaten warm!